Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31335 del 22 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31335PEN

Massima

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Il tentativo di reato, disciplinato dall'art. 56 c.p., costituisce una fattispecie autonoma rispetto al reato consumato e richiede, per la sua configurabilità, la sussistenza sia dell'elemento soggettivo (dolo del reato che l'agente si propone di commettere) sia dell'elemento oggettivo. Quest'ultimo ruota intorno ai concetti di idoneità e univocità degli atti, nonché di mancato compimento dell'azione o mancato verificarsi dell'evento. L'idoneità degli atti va valutata ex ante, sulla base della comune esperienza dell'uomo medio, in relazione alla possibilità che la condotta possa ledere il bene giuridico tutelato, a prescindere dall'insuccesso determinato da fattori estranei. L'univocità degli atti, invece, attiene alla capacità degli stessi di raggiungere in modo non equivoco il risultato prefissato, valutata non solo sulla base dell'atto in sé considerato, ma anche sulla base di elementi contestuali che rivelino la finalità dell'agente e l'imminenza del passaggio alla fase esecutiva. Pertanto, il tentativo è punibile non solo quando l'esecuzione è compiuta, ma anche quando l'agente ha compiuto atti (non necessariamente esecutivi) che indichino in modo inequivoco la sua volontà di voler commettere un determinato delitto, ovvero quando abbia approntato e completato il suo piano criminoso in ogni dettaglio ed abbia iniziato ad attuarlo, pur non essendo ancora arrivato alla fase esecutiva vera e propria. L'imprevedibilità della non consumazione del reato, ovvero la situazione di fatto in cui tutto fa supporre che il reato sarà commesso senza che siano percepibili incognite che ne mettano in dubbio l'eventualità, costituisce il criterio generale di riconoscimento dell'univocità degli atti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/11/2016 del TRIB. LIBERTA' di BARI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
sentite le conclusioni del PG Dr. GIUSEPPINA CASELLA che ha chiesto il rigetto del ricorso;
sentite le conclusioni dell'Avv. (OMISSIS) il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del …

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