Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23075 del 16 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:23075PEN

Massima

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Il provvedimento di custodia cautelare in carcere può essere confermato dal tribunale del riesame anche in assenza di una puntuale valutazione della situazione lavorativa, dello stato di incensuratezza e delle condizioni familiari dell'indagato, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati e le esigenze cautelari risultino adeguatamente motivate. La rinuncia ai motivi di ricorso da parte dell'indagato e del suo difensore, a seguito della revoca della misura cautelare per definizione del procedimento con applicazione della pena ex art. 444 c.p.p., comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma equitativamente fissata a favore della cassa delle ammende, in ragione dei motivi dedotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. ((omissis)), difensore di Ca. Vi. ;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Milano, in data 25.9.2009;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

OSSERVA

Con ordinanza del 25.9.2009 il Tribunale di Milano, Sezione Riesame, confermava …

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