Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13794 del 6 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13794PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta del soggetto attivo, reiterata nel tempo, genera nella vittima un progressivo accumulo di disagio e uno stato di prostrazione psicologica, idonei a compromettere gravemente la sua serenità e il suo equilibrio psicologico, a prescindere dall'accertamento di uno stato patologico. Ai fini dell'integrazione del reato, non è necessario che la condotta del reo abbia cagionato una vera e propria malattia mentale o psicologica, essendo sufficiente che gli atti persecutori abbiano un effetto destabilizzante sulla vittima, considerata la maggiore tutela di cui essa è meritevole in ragione della sua fragilità psicologica, anche se temporanea, conosciuta dall'agente. Il temporaneo e sporadico riavvicinamento della vittima al suo persecutore non interrompe la continuità delle condotte persecutorie, quando sussista l'oggettiva idoneità della condotta a generare nella vittima un progressivo accumulo di disagio psicologico. La valutazione della sussistenza dello stato d'ansia della persona offesa, quale evento alternativo previsto dalla norma incriminatrice, rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato sulla base del complessivo quadro probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), (OMISSIS);
avverso: SENTENZA 06-12-2018 CORTE APPELLO CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Eduardo de Gregorio.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Catanzaro ha confermato la pronunzia di condanna a carico dell'imputato (OMISSIS) per i reati di atti persecutori, lesioni personali aggravate dall'aver agito per motivi abietti o futili, e violenza privata ai …

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