Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20956 del 25 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20956PEN

Massima

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Il dolo del reato di tentato omicidio può essere desunto, in assenza di esplicite ammissioni dell'imputato, da elementi sintomatici esterni, quali la parte anatomica attinta ricca di vasi sanguigni, la gravità delle lesioni inferte con un unico fendente che ha determinato l'esposizione della vittima a concreto pericolo di vita, nonché lo strumento utilizzato per il ferimento, già indicato dall'imputato come detenuto, i quali sono idonei a esprimere la direzione teleologica della volontà dell'agente verso l'evento morte. Tali elementi, debitamente valutati dai giudici di merito, consentono di ritenere provata la volontà di accettazione dell'evento morte da parte dell'imputato, senza che assumano rilievo, ai fini della configurazione del dolo, le ulteriori circostanze fattuali dedotte dalla difesa, in quanto doglianze di merito inammissibili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. BE. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1927/2009 CORTE APPELLO di GENOVA, del 19/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELA TARDIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 14 mag…

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