Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'interpretare l'art. 10 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Provinciale delle Attività Estrattive, afferma che il concetto di "immediatamente superiore" al fabbisogno massimo autorizzabile per ciascun bacino non può essere inteso come un incremento del 25% di tale fabbisogno, in quanto ciò contrasterebbe con la ratio legis e con elementari considerazioni di carattere economico sottese ai progetti di coltivazione delle cave. L'esatta applicazione della norma implica che il progetto del primo classificato in graduatoria vada autorizzato per l'intero quantitativo previsto, senza alcuna decurtazione, mentre l'amministrazione può riservare la parte restante del fabbisogno alla controinteressata oppure incrementare i quantitativi estraibili degli altri materiali. Pertanto, l'esclusione del progetto di una ditta ricorrente, motivata sulla base di un'interpretazione estensiva del limite massimo di materiali estraibili, è illegittima. Tuttavia, nel caso di specie, il ricorso è dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto la ditta ricorrente ha ottenuto il massimo beneficio possibile alla luce degli esiti dei contenziosi pregressi e delle pertinenti norme del Piano Provinciale.