Il falso ideologico in atto pubblico non sussiste quando il pubblico ufficiale, chiamato ad esprimere un giudizio tecnico-valutativo, si limita a rappresentare dati e valutazioni che, pur potendo essere erronei o non conformi alla realtà fattuale, non contengono false attestazioni o dichiarazioni di fatti materiali. L'attività di acquisizione e rappresentazione dei dati, distinta dalla successiva attività di valutazione, non integra il reato di falso ideologico se non vi è prova di una consapevole e volontaria falsificazione dei dati stessi. Inoltre, la mera violazione di norme urbanistiche o paesaggistiche, pur potendo comportare l'invalidità del provvedimento amministrativo, non determina automaticamente la configurabilità del reato di falso ideologico, essendo necessario accertare la sussistenza di una falsa attestazione di fatti materiali. Infine, la presenza di incertezze o contrasti interpretativi sulla normativa applicabile può escludere la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, qualora l'agente abbia agito in buona fede sulla base di una ragionevole interpretazione della disciplina vigente.