Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6601 del 23 febbraio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:6601PEN

Massima

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Il delitto di indebita induzione di cui all'art. 319-quater c.p. richiede una condotta persuasiva, suggestiva, ingannevole o di pressione morale da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, tale da condizionare la libertà di autodeterminazione del privato, il quale finisce per prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta nella prospettiva di conseguire un proprio tornaconto personale. Tuttavia, la mera lamentela del pubblico agente circa il pagamento di un'imposta, in assenza di ulteriori elementi probatori che dimostrino una condotta abusiva e prevaricatrice idonea a indurre il privato, non integra gli estremi del delitto di indebita induzione, essendo necessario che emerga una posizione di soggezione dell'extraneus e una prevaricazione abusiva del pubblico ufficiale quale mezzo imprescindibile dell'induzione che produce l'evento finale della indebita dazione o promessa. In mancanza di tali elementi, il fatto può eventualmente configurare una fattispecie di reato tributario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. GIORDANO Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

Dott. GIORGI Maria S. - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/11/2020 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Gaetano De Amicis;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Perelli Simone, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
udito, per la parte civile (OMISSIS), l'Avv. (OMISSIS), che, in sostituzione dell'Avv.…

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