Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società CAP 4 s.r.l. avverso la deliberazione della Giunta Regionale della Basilicata n. 284 del 4 aprile 2017 recante "Approvazione delle linee guida per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza inferiore ai limiti stabiliti dalla tabella A) del d.lgs. n. 387/2003" e il provvedimento del Comune di Potenza che aveva invitato la ricorrente ad adeguarsi a tali linee guida, ha rilevato che la deliberazione regionale era stata precedentemente annullata dal Tribunale in un altro giudizio, con efficacia erga omnes. Di conseguenza, il Tribunale ha dichiarato in parte improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse nella parte relativa all'impugnazione della deliberazione regionale, e ha accolto il ricorso per la parte residua, annullando il provvedimento comunale che si fondava sulla deliberazione regionale ormai caducata. Il Tribunale ha inoltre disposto la compensazione delle spese di lite tra le parti, in ragione delle peculiarità della questione. La massima che può essere tratta dalla sentenza è la seguente: L'annullamento giurisdizionale di un atto amministrativo a contenuto generale e normativo, come le linee guida approvate con deliberazione di giunta regionale, determina la caducazione dell'atto nella sua interezza, con efficacia erga omnes, rendendo di conseguenza improcedibile il ricorso proposto avverso tale atto, per sopravvenuta carenza di interesse. Tuttavia, l'annullamento dell'atto presupposto invalida anche i provvedimenti successivi adottati in applicazione dello stesso, i quali devono pertanto essere a loro volta annullati. In tali casi, sussistono giusti motivi per disporre la compensazione delle spese di lite tra le parti, in ragione delle peculiarità della questione.