Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25860 del 6 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25860PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento cautelare, è tenuto a verificare la sussistenza di un logico apparato argomentativo, senza poter procedere a una rinnovata valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, riservata in via esclusiva al giudice di merito. Il controllo di legittimità sulla motivazione è circoscritto alla verifica che il testo dell'atto impugnato risponda ai requisiti di esposizione delle ragioni giuridicamente significative che lo hanno determinato e di assenza di difetto o contraddittorietà della motivazione o di illogicità evidenti, ossia di congruenza delle argomentazioni rispetto al fine giustificativo del provvedimento. L'illogicità della motivazione, come vizio denunciabile, deve essere di macroscopica evidenza, tale da risultare percepibile ictu oculi, restando ininfluenti le minime incongruenze. Il giudice di legittimità non può, pertanto, procedere a una rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione o all'adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, preferiti a quelli adottati dal giudice del merito, in quanto ciò trasformerebbe la Corte di Cassazione nell'ennesimo giudice del fatto. Tuttavia, il giudice di legittimità è tenuto a verificare che la motivazione sia "effettiva" e non meramente apparente, cioè realmente idonea a rappresentare le ragioni poste a base della decisione adottata, che non sia "manifestamente illogica", in quanto sorretta, nei suoi punti essenziali, da argomentazioni non viziate da evidenti errori nell'applicazione delle regole della logica, che non sia internamente "contraddittoria", ovvero esente da insormontabili incongruenze tra le sue diverse parti o da inconciliabilità logiche tra le affermazioni in essa contenute, e che non risulti logicamente "incompatibile" con "altri atti del processo" in termini tali da risultarne vanificata o radicalmente inficiata sotto il profilo logico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ne. Du. il (OMESSO);

contro l'ordinanza del 18 febbraio 2010 emessa dal Tribunale di Trieste;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere dott. ((omissis));

sentito il sostituto procuratore generale, dott. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. - Con la decisione in epigrafe il Tribunale di …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.