Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36894 del 21 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:36894PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può esercitare il controllo sull'esatta applicazione della legge, verificando la sussistenza dei presupposti di legge per l'irrogazione della misura di prevenzione personale, con particolare riferimento all'accertamento della riconducibilità del proposto a una delle categorie soggettive di cui all'art. 4 del Codice Antimafia, della sua pericolosità sociale e dell'attualità di tale pericolosità. A tal fine, il giudice deve procedere a una duplice valutazione: da un lato, l'inquadramento del proposto in una delle categorie previste dall'art. 4 del Codice Antimafia, sulla base di specifici elementi di fatto; dall'altro, la formulazione di un giudizio prognostico in ordine alla probabile reiterazione delle condotte antisociali riferibili alla categoria di appartenenza, con riferimento al momento della decisione di primo grado. Ai fini dell'accertamento dell'attualità della pericolosità sociale, il giudice può avvalersi della presunzione semplice relativa alla stabilità del vincolo associativo, purché la sua validità sia verificata alla luce degli specifici elementi di fatto desumibili dal caso concreto e la stessa non sia posta quale unico fondamento dell'accertamento. Pertanto, il giudice deve confrontarsi con ogni elemento di fatto in grado di incidere sulla valutazione dell'attualità della partecipazione al gruppo, come il decorso di un rilevante lasso di tempo, il mutamento delle condizioni di vita e ogni altro elemento che possa presentarsi incompatibile con la persistenza del vincolo. Analogamente, in tema di confisca di prevenzione, il giudice può disporre la confisca dei beni quando sia dimostrata la sproporzione tra il valore dei beni e i redditi dichiarati o l'attività economica svolta, nonché l'assenza di giustificazioni sulla legittima provenienza dei beni, essendo sufficiente, a tal fine, l'esistenza di indizi che lascino desumere che i beni costituiscano provento di attività illecite. L'onere di allegare la legittima provenienza dei beni grava sulla difesa, la quale deve indicare elementi fattuali da cui possa desumersi la lecita provenienza della provvista.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria T - rel. Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 24/01/2020 della CORTE APPELLO di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIA TERESA BELMONTE;
lette/sentite le conclusioni del PG;
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1.Con decreto del 24 gennaio 2020, la Corte di Appello di Palermo ha confermato quello del Tribunale di Palermo - Sezione misure prevenzione - che, in accoglimento della proposta del Procuratore della Repubblica presso qu…

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