Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23604 del 14 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:23604PEN

Massima

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Il reato di ingiuria e minaccia è configurabile anche quando le espressioni offensive e le minacce siano rivolte non direttamente alla persona offesa, ma a suoi familiari, qualora da tali condotte emerga inequivocabilmente l'intento di ledere la reputazione e la tranquillità della vittima. L'esimente della provocazione non può essere riconosciuta in presenza di frasi volgari, ma non direttamente offensive, pronunciate dalla persona offesa, né in caso di esercizio di un diritto, come la notifica di una diffida, effettuato senza forme incivili, non integrando tali condotte un'offesa ingiusta tale da giustificare la reazione dell'imputato. L'indicazione di un erroneo anno di commissione del reato nel capo di imputazione non integra un vizio di correlazione tra accusa e sentenza, qualora risulti evidente, anche dalle attività istruttorie svolte, che le parti fossero a conoscenza dell'effettiva epoca dei fatti contestati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2/2009 TRIB. SEZ. DIST. di GAETA, del 18/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

udito il P.G. in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS);

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