Il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, di cui all'art. 2, comma 3, del D.Lgs. n. 74/2000, si configura quando il contribuente indica in dichiarazione elementi passivi fittizi, utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti, al fine di evadere l'IVA. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva l'effettiva esistenza o meno delle operazioni commerciali documentate dalle fatture, essendo sufficiente che le stesse siano state emesse per operazioni inesistenti e utilizzate dal contribuente per ridurre il proprio debito tributario. L'accertamento della responsabilità penale per tale reato prescinde dalla posizione formale o sostanziale ricoperta dal contribuente all'interno della società, essendo sufficiente la consapevolezza e la volontarietà nell'utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti ai fini della dichiarazione fraudolenta. Tuttavia, il reato si estingue per prescrizione, decorso il termine massimo di sette anni e sei mesi, aumentato dei rinvii del dibattimento richiesti dalla difesa, senza che sia stata pronunciata la sentenza definitiva di condanna.