Il progetto esecutivo posto a base di un appalto pubblico deve essere completo di tutti gli elaborati tecnici previsti dalla normativa, tra cui le relazioni specialistiche, gli elaborati grafici delle strutture e degli impianti, nonché i calcoli strutturali e le verifiche statiche locali. Tuttavia, eventuali integrazioni e modifiche del progetto esecutivo in corso d'opera, disposte dalla stazione appaltante e dal direttore dei lavori, non configurano di per sé un grave inadempimento contrattuale, purché non mutino sostanzialmente la natura dei lavori oggetto dell'appalto e non incidano in modo rilevante sulla programmazione e sull'esecuzione delle opere da parte dell'impresa appaltatrice. L'appaltatore ha l'obbligo di eseguire tutte le variazioni ritenute opportune dalla stazione appaltante e disposte dal direttore dei lavori, salvo il diritto al riconoscimento di eventuali maggiori oneri. Pertanto, l'incompletezza iniziale del progetto esecutivo non determina automaticamente la risoluzione del contratto per grave inadempimento della stazione appaltante, qualora le integrazioni e modifiche apportate in corso d'opera consentano comunque all'impresa di realizzare i lavori nei termini e nei modi previsti. L'appaltatore che lamenta danni per la sospensione o l'interruzione dei lavori deve provare specificamente l'entità del pregiudizio subito, non essendo sufficiente il mero rinvio alle norme che disciplinano tale ipotesi.