La pianificazione urbanistica comunale, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnica, può legittimamente prevedere la riconversione di aree produttive dismesse a destinazione residenziale e commerciale, determinando l'indice di edificabilità e le relative prescrizioni edilizie, senza che ciò comporti violazione di legge o eccesso di potere, salvo i casi di manifesta illogicità o errori di fatto. L'Amministrazione non è vincolata da precedenti intese informali con i privati, né è tenuta a recepire integralmente le osservazioni presentate, potendo disattenderle nell'ambito della propria discrezionalità pianificatoria. La suddivisione del territorio in zone e la previsione di contributi perequativi sul plusvalore derivante dalla trasformazione urbanistica, in attuazione dei principi di cui all'art. 35 della L.R. 11/2004, non costituiscono illegittime imposizioni, ma strumenti conformi alla normativa vigente. L'obbligo di consultazione preventiva di cui all'art. 18 della L.R. 11/2004 non sussiste per le varianti parziali agli strumenti urbanistici, essendo sufficiente il coinvolgimento dei soggetti direttamente interessati.