Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49540 del 23 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49540PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. può essere integrato anche sulla base di dichiarazioni concordanti e autonome di collaboratori di giustizia, le quali costituiscono gravi indizi di colpevolezza, senza che sia necessaria la prova di specifici contributi dell'imputato all'associazione, essendo sufficiente l'accertamento del suo stabile inserimento nell'organizzazione criminale e del concreto pericolo di reiterazione del reato associativo. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche se rese in un diverso procedimento e prima della riapertura delle indagini, sono legittimamente acquisibili e utilizzabili ai fini dell'emissione di un provvedimento di custodia cautelare, in quanto l'acquisizione di atti già formati non corrisponde al compimento di nuova attività di indagine in senso proprio. Il controllo di legittimità della Corte di Cassazione sui provvedimenti cautelari è circoscritto all'esame dell'atto impugnato al fine di verificare la congruenza delle argomentazioni rispetto al fine giustificativo del provvedimento, senza poter rivalutare gli elementi materiali e fattuali delle vicende cautelari indagate o le caratteristiche soggettive degli indagati, trattandosi di accertamenti rientranti nell'esclusiva competenza del giudice a quo e del tribunale del riesame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VE. VI. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 3 giugno 2009 del Tribunale del riesame di Palermo, che ha rigettato l'impugnazione contro il provvedimento, 12 maggio 2009 del G.I.P. di Palermo, di custodia cautelare in carcere, per il reato di cui all'articolo 416 bis c.p. aggravato a sensi dei commi 4 e 5;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. …

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