Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17869 del 5 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:17869PEN

Massima

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La detenzione di una considerevole quantità di stupefacente, anche se con un principio attivo superiore al minimo sufficiente, unitamente alla pregressa attività di spaccio e alla condotta processuale non del tutto collaborativa dell'imputato, esclude l'applicabilità dell'attenuante della lieve entità del fatto prevista dall'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990, in quanto il dato quantitativo e la reiterazione dell'attività illecita denotano una gravità del fatto che non consente di ritenere integrati i presupposti per l'applicazione di tale circostanza attenuante. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza o meno di tale attenuante, deve considerare complessivamente tutti gli elementi oggettivi e soggettivi rilevanti ai fini della determinazione della lieve entità del fatto, senza limitarsi al solo dato quantitativo dello stupefacente sequestrato, ma tenendo conto anche delle modalità della condotta, della pregressa attività illecita dell'imputato e del suo comportamento processuale, al fine di accertare se ricorrano le condizioni per l'applicazione della citata circostanza attenuante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DE. Hi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano 3 aprile 2007 n. 1266.

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. Giuseppe FEBBRARO, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Osserva:

IN FATTO E DIRITTO

Con sentenza del 27 settembre 2006 n. 8758 il Tribunale di Milan…

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