Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1233 del 13 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1233PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) è integrato da una condotta reiterata nel tempo, caratterizzata da minacce, violenze fisiche e vessazioni di ogni genere, idonea a cagionare nella vittima uno stato di ansia e di timore per la propria incolumità, a prescindere dall'atteggiamento equivoco o ambiguo della stessa. La tutela apprestata dalla norma penale è volta a salvaguardare la libertà di autodeterminazione e l'equilibrio psichico della persona, anche quando questa, pur trovandosi in uno stato di disorientamento cognitivo o affettivo, non riesce a interrompere definitivamente il rapporto con il proprio persecutore. Pertanto, la sussistenza del pericolo concreto di reiterazione della condotta persecutoria, desumibile dalla gravità e dalla persistenza degli atti compiuti, legittima l'applicazione di una misura cautelare idonea a impedire il perdurare delle molestie e a tutelare l'incolumità della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfred - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. PEZZULLO Ro - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 216/2014 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 21/03/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, dr. FODARONI ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore del ricorrente, avvocato (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento…

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