La lesione di un interesse legittimo, accertata con sentenza di annullamento di un provvedimento amministrativo, legittima il risarcimento del danno ingiusto subito dal privato, anche in assenza di una specifica previsione normativa, in quanto la tutela risarcitoria costituisce uno strumento di attuazione del principio di effettività della tutela giurisdizionale di cui all'art. 24 Cost. Il diritto al risarcimento del danno per lesione di interesse legittimo sorge non già dal momento dell'adozione del provvedimento illegittimo, bensì dal passaggio in giudicato della sentenza di annullamento, essendo tale sentenza condizione necessaria per la proposizione della domanda risarcitoria. La responsabilità della pubblica amministrazione per il danno derivante dalla lesione di un interesse legittimo non si configura secondo il modello aquiliano ex art. 2043 c.c., ma si caratterizza come una responsabilità da "contatto sociale qualificato", con conseguente inversione dell'onere della prova in ordine alla colpa dell'amministrazione, la quale è tenuta a dimostrare l'esistenza di un errore scusabile. Il risarcimento del danno per equivalente, in tali ipotesi, non è limitato al solo interesse negativo, ma può comprendere anche il danno emergente e il lucro cessante, in relazione alla perdita del bene della vita cui l'interesse legittimo si riferiva. Pertanto, il giudice può condannare l'amministrazione al pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento, determinando i criteri di quantificazione del danno.