Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26471 del 9 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26471PEN

Massima

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Il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo, per cui è sufficiente una falsa accusa astrattamente configurabile come "notitia criminis", essendo irrilevante che le indagini si siano concluse con un decreto di archiviazione. L'elemento soggettivo del dolo generico, ovvero la consapevolezza dell'innocenza del calunniato, si desume dalle concrete circostanze e modalità della condotta, che evidenziano la cosciente volontà dell'agente di attribuire falsamente un fatto illecito ad altri. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente ritenere integrato il dolo di calunnia quando la denuncia sia stata portata avanti senza tentennamenti e con un atteggiamento interiore antitetico al prospettato dubbio sull'innocenza della persona accusata, anche qualora l'ipotesi di reato originariamente contestata risulti successivamente insussistente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FA. CA. ;

avverso sentenza della Corte di Appello di Bologna resa in data 28 febbraio 2008;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)) Fazio;

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del sostituto Dr. ((omissis)) che ha concluso per la declaratoria di rigetto;

sentito il difensore avv. Campanelli, in sostituzione dell'…

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