Il provvedimento di confisca di beni immobili può essere legittimamente disposto dal giudice quando, sulla base di accertamenti economico-patrimoniali, risulti che il valore di tali beni sia sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e alle attività economiche svolte dagli imputati, i quali ne abbiano l'effettiva disponibilità attraverso l'interposizione fittizia di società da essi amministrate, in quanto tali beni costituiscono il profitto mediato di plurime frodi fiscali accertate. Il giudice di merito, nel motivare tale provvedimento, può fare legittimo riferimento alle risultanze probatorie degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza, senza che ciò configuri un inammissibile riesame del merito, essendo tali dati fattuali di per sé muniti di significativa valenza indiziante. La confisca disposta in tali casi trova il suo fondamento normativo nel Decreto Legge n. 306 del 1992, articoli 2 quinquies e 2 sexies, che prevedono tale misura ablativa a fronte della commissione di reati di frode fiscale e di trasferimento fraudolento di valori.