Il provvedimento di sospensione dei lavori edilizi adottato ai sensi dell'art. 4 della legge n. 47/1985 perde efficacia di diritto decorsi 45 giorni dalla sua notificazione o comunicazione al destinatario, senza che sia necessaria l'adozione di un ulteriore provvedimento di revoca. Pertanto, il ricorso avverso tale provvedimento è inammissibile per difetto di interesse qualora sia proposto dopo la scadenza del termine di efficacia, in quanto l'eventuale annullamento non produrrebbe alcuna utilità pratica per il ricorrente. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che il provvedimento di sospensione dei lavori edilizi ha una durata limitata nel tempo per espressa previsione normativa, indipendentemente dalla successiva adozione di atti di revoca, e che il ricorso avverso tale provvedimento è inammissibile se proposto dopo la scadenza del termine di efficacia, in quanto privo di interesse. Tale principio si fonda sulla ratio della disciplina normativa, volta a garantire la tempestività e l'effettività dell'intervento amministrativo in materia edilizia, evitando che la sospensione dei lavori possa protrarsi oltre il termine stabilito dalla legge senza l'adozione di ulteriori provvedimenti. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto enunciato nella sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali.