Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. L'obbligo del Comune di riqualificare urbanisticamente un'area rimasta priva di specifica disciplina a seguito della decadenza di un vincolo di destinazione non riguarda necessariamente l'intera proprietà, ma solo la porzione sottoposta al vincolo decaduto. Il Comune gode di ampia discrezionalità nella pianificazione urbanistica, sindacabile solo in caso di abnormità o palese travisamento dei fatti. 2. La destinazione di un'area a "verde pubblico attrezzato" costituisce un vincolo di natura conformativa, non espropriativa, che consente anche l'iniziativa privata, senza necessità di preventiva ablazione del bene. Pertanto, l'esclusione di parte dell'area dalla riqualificazione urbanistica non integra un'illegittima reiterazione del vincolo pregresso. 3. Il Comune è tenuto a corrispondere l'indennizzo dovuto ai proprietari per l'acquisizione delle aree, non potendo sostituirlo con il contributo straordinario previsto dall'art. 16, comma 4, lett. d-ter del D.P.R. n. 380/2001, in assenza della preventiva determinazione dei criteri e dell'entità del beneficio pubblico da parte del Consiglio comunale.