Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26578 del 13 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26578PEN

Massima

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Il reato di ricerca archeologica abusiva e impossessamento di beni culturali si configura quando gli imputati, all'interno di un sito archeologico, sono sorpresi nell'atto di scandagliare il terreno con strumentazione idonea al fine di impossessarsi di reperti di interesse archeologico, a prescindere dalla materiale apprensione da parte di uno solo di essi, essendo sufficiente l'azione unitaria finalizzata al comune obiettivo illecito. La particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'art. 131-bis c.p., non può essere riconosciuta quando la condotta, caratterizzata dall'utilizzo di strumenti specificamente destinati all'attività illecita e dalla reiterazione dei tentativi di impossessamento, risulta priva del requisito dell'occasionalità e della minima offensività, in ragione delle modalità e del contesto in cui è stata realizzata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. ANDRONIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/11/2019 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere DI STASI Antonella;
lette le richieste scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale SECCIA Domenico A.R., che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 25/11/2019, l…

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