Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9188 del 24 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9188PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando, in un contesto territoriale ad alta densità mafiosa, l'imputato, anche attraverso il mero richiamo alla famiglia criminale locale, crea un clima di diffusa intimidazione tale da indurre la vittima, pur in assenza di minacce esplicite, a cedere i propri lavori e ad assumere personale alle dipendenze dell'imputato, rinunciando a gran parte dei legittimi guadagni attesi. In tali casi, la deposizione della persona offesa, se ritenuta credibile e attendibile dal giudice di merito, può costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza che sia necessaria l'integrazione con ulteriori elementi probatori. L'aggravante del metodo mafioso sussiste anche nel caso in cui il semplice richiamo alla famiglia criminale del territorio si dimostri idoneo a creare un clima di diffusa intimidazione, tale da condizionare la libertà di autodeterminazione della vittima. Il concorso nel reato di estorsione può essere riconosciuto anche nei confronti dell'imputato che, pur non avendo tenuto una condotta minacciosa diretta, abbia comunque contribuito alla creazione del contesto intimidatorio che ha portato la vittima a cedere i lavori e ad assumere personale alle dipendenze dell'altro imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/09/2015 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. GIUSEPPINA CASELLA che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;
uditi gli avv.…

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