Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3023 del 23 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:3023PEN

Massima

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La gravità della minaccia, ai fini della configurabilità del reato di minaccia grave ex art. 612 c.p., comma 2, va accertata avendo riguardo a tutte le modalità della condotta, in particolare al tenore delle espressioni verbali adoperate e al contesto nel quale esse si collocano, al fine di verificare se e in quale grado la minaccia abbia ingenerato timore o turbamento nella persona offesa. Non è necessario che la minaccia di morte sia circostanziata, potendo anche una minaccia generica produrre un grave turbamento psichico, in relazione alle personalità dei soggetti attivo e passivo del reato. Pertanto, la valutazione della gravità della minaccia deve essere effettuata in concreto, tenendo conto di tutti gli elementi della fattispecie, senza che sia consentita una rilettura degli accadimenti processuali da parte del giudice di legittimità, laddove la motivazione della decisione impugnata risulti logica e coerente con i principi di diritto espressi dalla Corte di Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo rel. Consiglie - SENTENZA

Dott. SCOTTI Umberto - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/03/2017 della CORTE APPELLO di CAGLIARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GERARDO SABEONE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. TOCCI STEFANO che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Cagliari, con sentenza del 27 marzo 2017, ha confermato la sentenza del Tribunale di C…

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