Il parere negativo della Soprintendenza preposta alla tutela del vincolo paesaggistico deve essere adeguatamente motivato, indicando dettagliatamente le argomentazioni a sostegno della decisione, pena l'annullabilità dello stesso. Ciò in quanto, a seguito dell'entrata in vigore dell'art. 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, la Soprintendenza esercita una valutazione di "merito amministrativo" sulla compatibilità dell'intervento edilizio con i valori paesaggistici, espressione di un potere ampiamente discrezionale che si esprime tramite un giudizio di valore su elementi per lo più estetici. Per evitare che tale giudizio si trasformi in un insindacabile arbitrio, è necessario che il provvedimento della Soprintendenza sia sorretto da un'ampia e circostanziata motivazione, dalla quale sia possibile ricostruire sia le premesse che l'iter logico seguito nel percorso valutativo che si conclude con il giudizio finale. Inoltre, il decorso inutile del termine di 45 giorni previsto dall'art. 146 del Codice per l'emanazione del parere della Soprintendenza comporta la perdita del carattere di vincolatività dello stesso, sicché il parere tardivamente reso deve essere autonomamente e motivatamente valutato dall'amministrazione procedente in relazione a tutte le circostanze rilevanti del caso concreto.