Cassazione penale Sez. III ordinanza n. 38683 del 21 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:38683PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del giudizio di impugnazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, può dichiarare inammissibile il ricorso qualora non siano dedotti i motivi tassativamente previsti dalla legge, ovvero l'espressione della volontà dell'imputato, il difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, l'erronea qualificazione giuridica del fatto o l'illegalità della pena o della misura di sicurezza. In tali casi, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in applicazione della disciplina introdotta dalla riforma del 2017. Il giudice di legittimità non può, pertanto, sindacare nel merito la congruità degli elementi probatori o la mancata applicazione di cause di proscioglimento, essendo tali profili estranei ai motivi di ricorso ammissibili avverso la sentenza di patteggiamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - rel. Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3558/17 del Tribunale di Catania del 3 ottobre 2017;
letti gli atti di causa, la sentenza impugnata e il ricorso introduttivo;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Andrea GENTILI.
RITENUTO IN FATTO
che con sentenza emessa in data 3 ottobre 2017 ex articolo 444 c.p.p., il Tribunale di Catania ha applicato a (OMISSIS), concesse le attenuanti generiche, la pena di anni 3, mesi 6 e giorni 20 di reclusione ed Euro 11.111,00 di multa, pe…

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