La revoca di una procedura di gara per l'affidamento di lavori pubblici, disposta dalla stazione appaltante a seguito della sopravvenuta carenza di risorse finanziarie necessarie per la realizzazione dell'intervento, è legittima ai sensi dell'art. 21-quinquies della legge n. 241 del 1990, anche quando l'aggiudicazione definitiva sia già intervenuta, purché il contratto non sia stato ancora stipulato. La perdita della copertura finanziaria rappresenta infatti una circostanza che legittimamente può indurre l'amministrazione a rivalutare i motivi di interesse pubblico sottesi all'affidamento del contratto. Tuttavia, la condotta complessivamente tenuta dalla stazione appaltante nel corso della procedura di gara, in violazione dei doveri di correttezza e buona fede, può dar luogo a responsabilità precontrattuale ai sensi dell'art. 1337 c.c., con conseguente obbligo di risarcire il danno per lesione del c.d. interesse negativo, rappresentato dalle spese sostenute dall'aggiudicatario in vista della stipula del contratto. La responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione può derivare non solo da comportamenti anteriori al bando, ma anche da qualsiasi comportamento successivo che risulti contrario, all'esito di una verifica da condurre necessariamente in concreto, ai doveri di correttezza e buona fede.