Il mancato rispetto dei requisiti di cui all'art. 366-bis c.p.c. per la formulazione dei motivi di ricorso per cassazione, in particolare la mancata indicazione dei quesiti di diritto nei casi previsti dall'art. 360, comma 1, nn. 1-4 c.p.c. o della chiara indicazione del fatto controverso e delle ragioni di insufficienza della motivazione nel caso previsto dall'art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., comporta l'inammissibilità del ricorso. Il rispetto di tali requisiti formali è essenziale per consentire alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio sindacato di legittimità sulla sentenza impugnata, in quanto la formulazione dei motivi di ricorso secondo le modalità prescritte dall'art. 366-bis c.p.c. costituisce condizione di ammissibilità del ricorso stesso. La mancata osservanza di tali prescrizioni, introdotte dal D.Lgs. n. 40/2006, determina pertanto l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di cassazione sostenute dalla parte resistente.