Il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, ai sensi della legge n. 75 del 1958, non richiedono l'abitualità della condotta né la preesistente dedizione al meretricio della vittima. Tali reati sono integrati anche da un solo episodio, essendo finalizzati a contrastare ogni forma di interposizione personale, a scopo di lucro o di mera agevolazione, della prostituzione. Le condotte di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di cui all'art. 12 del D.Lgs. n. 286 del 1998, sono configurabili anche quando l'ingresso inizialmente regolare sia finalizzato ad una permanenza illegale sul territorio nazionale. Le intercettazioni telefoniche, se univoche e concordanti, possono costituire fonte esclusiva di prova, senza necessità di ulteriori riscontri esterni, specie quando il linguaggio utilizzato dagli interlocutori risulti criptico o convenzionale, la cui corretta interpretazione è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito. L'affermazione della responsabilità penale degli imputati, fondata su un compendio probatorio solido e concludente, non può essere sindacata in sede di legittimità se non nei limiti della manifesta illogicità o irragionevolezza della motivazione. Il giudice di merito può legittimamente ritenere prevalenti, ai fini del diniego delle attenuanti generiche, gli elementi di particolare gravità del fatto e la sussistenza di precedenti penali a carico dell'imputato, senza che ciò integri un vizio di motivazione. La determinazione della pena, nel rispetto dei limiti edittali e senza necessità di speciale motivazione, rientra nella discrezionalità del giudice di merito.