Il diniego del nulla osta al conseguimento di un nuovo titolo abilitativo alla guida, adottato dalla Prefettura in esito a un procedimento sanzionatorio amministrativo, attiene alla sfera del diritto soggettivo del ricorrente e, pertanto, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto la domanda volta a denunciare l'illegittimità di tale provvedimento si ricollega a un diritto soggettivo e non a un interesse legittimo. Ciò in quanto la revoca o il diniego di rilascio della patente di guida, essendo misure incidenti sulla libertà di circolazione, costituiscono provvedimenti che incidono direttamente sulla sfera giuridica del cittadino, configurando una lesione di un diritto soggettivo e non di un mero interesse legittimo. Pertanto, in assenza di deroghe ai comuni canoni sul riparto di giurisdizione, la cognizione della controversia spetta al giudice ordinario, il quale è chiamato a verificare la legittimità del provvedimento prefettizio alla luce dei presupposti di legge e dei principi generali dell'ordinamento. Ove il ricorso sia stato erroneamente proposto davanti al giudice amministrativo, trova applicazione l'istituto della translatio iudicii, in forza del quale gli effetti sostanziali e processuali dell'originaria domanda sono conservati, purché il giudizio sia riproposto dinanzi al giudice ordinario entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di difetto di giurisdizione.