Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34953 del 27 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34953PEN

Massima

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Il giudice che applica la pena su richiesta delle parti, ai sensi dell'art. 444 c.p.p., è tenuto a dichiarare la falsità degli atti o documenti per i quali risulta accertata la non rispondenza al vero, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., comma 1, indipendentemente dall'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, in quanto tale dichiarazione di falsità prescinde dall'accertamento della colpevolezza e si fonda esclusivamente sulla constatazione della mancata corrispondenza alla realtà dell'atto o del documento, anche nell'ambito del giudizio speciale di patteggiamento, pur nei limiti di una cognizione "allo stato degli atti". Pertanto, il giudice che omette di pronunciare tale dichiarazione di falsità commette un vizio di motivazione, che comporta l'annullamento della sentenza con rinvio per la nuova deliberazione sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Napoli;

avverso la sentenza del 19.1.2009 del Giudice per le indagini preliminari di S. M. Capua Vetere nel proc. contro:

No. Ma. Ro. , nata il (OMESSO);

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. ((omissis)).

IN FATTO

Il GIP presso il Tribunale di S.M. Capua Vetere ha emesso il 19.1.2009 sentenza di applicazione pena su richiesta delle parti nei confront…

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