Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27956 del 6 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:27956PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni di un coimputato o di un imputato di reato connesso, pur costituendo elementi di prova rilevanti, devono essere valutate unitamente ad altri riscontri oggettivi che ne confermino l'attendibilità, in applicazione del combinato disposto degli artt. 273, comma 1-bis, e 192, comma 3, c.p.p. Pertanto, il giudice può fondare il giudizio di gravità indiziaria sulla base di tali dichiarazioni, purché siano corroborate da altri elementi di prova individualizzanti, in grado di confermare in modo specifico il coinvolgimento dell'indagato nel fatto criminoso. Inoltre, il pericolo di recidiva, quale esigenza cautelare, può essere desunto non solo dalla gravità del reato e dal curriculum criminale dell'indagato, ma anche dalla sua sottoposizione a precedenti misure cautelari per reati della stessa specie, in applicazione del principio di adeguatezza della misura cautelare di cui all'art. 275 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. BASSI Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 11/01/2016 del Tribunale di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il provvedimento sia annullato senza rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, il Tribunale di Napoli, sezione specializzata per il riesame,…

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