Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46667 del 18 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:46667PEN

Massima

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Il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui di cui all'art. 639 c.p. è procedibile d'ufficio anche quando l'imbrattamento riguarda beni mobili, come i cassonetti della raccolta rifiuti, purché il soggetto passivo del reato, come nel caso di specie l'istituto scolastico, abbia proposto querela in modo onnicomprensivo, ricomprendendo anche i beni mobili di sua pertinenza. Inoltre, la responsabilità penale dell'imputato per l'imbrattamento dei muri può essere desunta in via indiziaria dalla identità delle scritte apposte sui muri e sui cassonetti, di cui l'imputato stesso ha ammesso la paternità, senza che sia necessario un nuovo accertamento da parte del giudice di legittimità, essendo sufficiente il controllo sulla correttezza logico-giuridica del ragionamento seguito dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/03/2017 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. LUCIA AIELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LORI Perla, che ha concluso chiedendo;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento senza rinvio per il cassonetto e per l'inammisibilita' nel resto.
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
(…

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