Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria sono utilizzabili nel giudizio abbreviato solo se verbalizzate e sottoscritte dal dichiarante, non essendo sufficiente la loro mera annotazione in un verbale di polizia. Infatti, le dichiarazioni spontanee dell'indagato, in quanto espressione della sua volontà di rendere una dichiarazione, devono trovare forma in un verbale sottoscritto dal medesimo, non potendo essere sostituite dalla semplice annotazione di polizia giudiziaria che ne riporti il contenuto. Pertanto, le dichiarazioni spontanee dell'indagato non verbalizzate e sottoscritte non sono utilizzabili nel giudizio abbreviato, neppure a suo favore, in quanto la loro acquisizione senza le dovute garanzie le rende inutilizzabili ai fini probatori, essendo necessario che emerga con chiarezza che l'indagato le abbia rese liberamente, senza alcuna coercizione o sollecitazione da parte della polizia giudiziaria. Tale principio, volto a valorizzare l'effettiva e controllabile spontaneità delle dichiarazioni dell'indagato, è espressione di un consolidato orientamento giurisprudenziale che trova fondamento nell'articolo 350, comma 7, c.p.p.