Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30867 del 23 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30867PEN

Massima

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Il reato di ricettazione si configura anche quando l'agente, pur non avendo partecipato alla commissione del reato presupposto, sia consapevole della provenienza delittuosa della cosa ricevuta e si adoperi per occultarla o comunque trarne profitto, senza necessità di una specifica contestazione del concorso nel reato di ricettazione. Pertanto, il soggetto che, pur essendo estraneo alla rapina, abbia consapevolmente agevolato l'occultamento e la locazione del provento della stessa, realizza il reato di ricettazione di cui all'art. 648 c.p., non potendo invocare l'applicazione dell'art. 379 c.p. sulla favoreggiamento personale. La responsabilità penale per il reato di ricettazione può essere affermata sulla base di elementi indiziari, quali la consapevolezza della provenienza delittuosa della cosa, il ruolo di mediatore svolto dall'agente e il suo comportamento volto ad agevolare l'occultamento del provento del reato presupposto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. LO. FR., N. IL (OMESSO);

2) CI. LU., N. IL (OMESSO);

3) C. G., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/05/2004 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in Pubblica Udienza la relazione fatta dal Consigliere Dr. ESPOSITO ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissib…

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