Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8633 del 27 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8633PEN

Massima

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Il provvedimento di ripristino della misura cautelare della custodia in carcere ai sensi dell'art. 307 c.p.p., comma 2, non richiede un nuovo accertamento sulla sussistenza degli indizi di colpevolezza, ma solo sulla permanenza delle esigenze cautelari, ed è impugnabile con l'appello, quale mezzo di gravame residuale, e non con il riesame. Il pericolo di fuga, quale esigenza cautelare, può essere desunto non solo dall'entità della pena inflitta, ma anche dalla personalità dell'imputato, in particolare se si tratta di soggetto pluripregiudicato, capo di un'associazione mafiosa radicata sul territorio e in grado di garantirsi una agevole via di fuga grazie alla rete di complicità di cui dispone, senza che sia necessaria l'evidenziazione di specifici elementi indizianti la sua condotta attuale, essendo sufficiente la valutazione complessiva del suo profilo criminale e della perdurante operatività del sodalizio di cui è capo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. MI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/04/2007 TRIB. LIBERTA' di LECCE;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALLA STEFANO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. SALZANO che ha chiesto il rigetto.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Co. Mi., a mezzo del proprio difensore, ricorre per cassazione avverso l'ordinanza 10.4.07 con cui il Tribunale del riesame di Lecce ha confe…

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