Il Regolamento comunale in materia di installazione ed esercizio di attività in chioschi su area pubblica, nel prevedere un limite massimo di 120 giorni all'anno per l'occupazione di suolo pubblico, non viola la libertà di iniziativa economica privata di cui all'art. 41 Cost., in quanto tale limitazione risponde a esigenze di ordine pubblico, decoro urbano e tutela della concorrenza, rientrando nella discrezionalità dell'Amministrazione comunale di bilanciare gli interessi pubblici e privati coinvolti. Pertanto, il diniego di autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico per il superamento del predetto limite temporale annuale è legittimo, salvo che l'Amministrazione non possa articolare l'autorizzazione in modo da consentire il godimento dei giorni residui nell'anno successivo, al fine di evitare un'applicazione irragionevole e sproporzionata della normativa regolamentare. Inoltre, il silenzio-assenso non opera sull'istanza di occupazione di suolo pubblico, in quanto trattasi di provvedimento ampliativi della sfera giuridica del privato, per i quali è necessaria l'adozione di un provvedimento espresso, previa comunicazione dei motivi ostativi ai sensi dell'art. 10-bis della L. 241/1990. Infine, il Comune è tenuto a conformarsi alle misure cautelari disposte dal giudice amministrativo, rilasciando l'autorizzazione richiesta ove ciò sia necessario per dare esecuzione all'ordinanza cautelare.