Il mancato rispetto dei termini procedimentali previsti dalla legge per la conclusione del procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) di un progetto di impianto eolico di potenza superiore a 30 MW, in assenza di comprovati impedimenti tecnici o di interesse generale, legittima il ricorrente a chiedere l'accertamento dell'inadempimento dell'amministrazione e la condanna della stessa a provvedere entro un termine perentorio, con la possibilità di nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia. I termini procedimentali, pur non essendo previsti a pena di decadenza del potere amministrativo, hanno natura ordinatoria e la loro violazione comporta comunque l'obbligo per l'amministrazione di concludere il procedimento in tempi certi, a tutela dell'affidamento e della certezza dei rapporti giuridici. L'amministrazione non può invocare generiche esigenze istruttorie per giustificare il prolungamento dei tempi procedimentali oltre i termini di legge, senza adottare un provvedimento espresso che ne motivi adeguatamente la necessità. Inoltre, la fase di verifica di assoggettabilità a VIA non costituisce un procedimento autonomo e distinto dalla valutazione di impatto ambientale vera e propria, quando il progetto rientra nella competenza statale per superamento della soglia di potenza di 30 MW, essendo la verifica di assoggettabilità solo una fase preliminare e propedeutica alla VIA.