Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12981 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:12981PEN

Massima

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Il danneggiamento di un bene di proprietà altrui, pur essendo contestato unitamente a condotte violente o minacciose, non integra automaticamente l'aggravante di cui all'art. 635, comma 2, n. 1 c.p. quando non risulti chiaramente che il danneggiamento sia stato commesso nel corso della condotta violenta o minacciosa. Ai fini dell'applicazione di tale aggravante, è necessario che vi sia una effettiva contestualità e strumentalità tra l'azione di danneggiamento e la condotta violenta o minacciosa, in modo da poter ritenere che l'agente abbia manifestato una maggiore pericolosità nell'esecuzione del reato. Pertanto, la semplice contestualità temporale tra il danneggiamento e le condotte violente o minacciose non è sufficiente, essendo altresì necessario che il danneggiamento sia stato realizzato in esecuzione o a causa della violenza o minaccia. In assenza di tali elementi, il reato di danneggiamento non può essere ritenuto aggravato e, di conseguenza, non è procedibile d'ufficio, ma è soggetto alla condizione di procedibilità della querela di parte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE D'APPELLO PRESSO CORTE D'APPELLO DI ANCONA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso la sentenza n. 13/2011 GIUDICE DI PACE di RECANATI, del 20/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MIRELLA CERVADORO.

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del dr. Aurelio Ga…

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