Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta e riduzione in schiavitù di giovani donne nigeriane da avviare alla prostituzione si configura quando vi sia una struttura organizzativa, anche articolata, in grado di reclutare le vittime in Nigeria, sottoporle a riti voodoo, trasferirle in Italia e ridurle in uno stato di totale soggezione e sfruttamento, con ruoli e compiti specifici attribuiti a ciascun concorrente. L'elemento soggettivo del reato associativo è integrato dalla consapevolezza di ciascun imputato di operare all'interno di tale rete organizzata, a prescindere dall'esistenza di rapporti diretti tra loro, essendo sufficiente il contributo individuale al raggiungimento dei fini illeciti del gruppo. Il reato di tratta di esseri umani si configura quando vi sia il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggiamento o l'accoglienza di persone, anche minori, con l'utilizzo di mezzi coercitivi o fraudolenti, al fine di ridurle in uno stato di schiavitù o sottoporle a sfruttamento, anche sessuale. Il reato di riduzione in schiavitù si realizza quando vi sia l'esercizio su una persona di poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, con la privazione della libertà personale e l'imposizione di prestazioni lavorative, anche di natura sessuale, attraverso l'utilizzo di violenza, minaccia, inganno e abuso di una posizione di vulnerabilità. Tali reati non possono essere bilanciati con le attenuanti generiche, in quanto la legge esclude espressamente tale possibilità.