Cassazione penale Sez. I sentenza n. 32857 del 5 agosto 2008

ECLI:IT:CASS:2008:32857PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto, pur in presenza di anomalie psicologiche o disturbi di personalità, deve essere esclusa dal giudice di merito solo qualora tali condizioni siano di intensità e gravità tali da incidere in modo determinante sulla sua capacità di comprendere la realtà e di autodeterminarsi, in modo da porsi in nesso eziologico con il reato commesso. Ove il giudice, sulla base di una congrua motivazione che valuti analiticamente le risultanze peritali e il comportamento complessivo dell'imputato, ritenga che le sue facoltà mentali non fossero compromesse in misura tale da escludere o scemare la sua imputabilità, tale accertamento di fatto è insindacabile in sede di legittimità. Inoltre, la mera circostanza che la vittima abbia provocato qualche graffio all'imputato nel corso del diverbio non è idonea a incidere sulla qualificazione giuridica del fatto come reato commesso per futili motivi, ove la reazione dell'imputato risulti sproporzionata ed efferata rispetto all'occasione che l'ha originata, configurando un impulso criminale incontrollato. Infine, la valutazione di equivalenza delle attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, nonché la commisurazione della pena nel massimo edittale, trovano adeguata giustificazione nella particolare gravità del fatto e nei precedenti negativi dell'imputato, senza incorrere in vizi di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. PE. RO., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/11/2007 CORTE ASSISE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. GIORDANO UMBERTO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dr. DE SANDRO ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito ((omissis))fensore avv. Cozzo.

OSSERVA

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.