Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39269 del 5 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39269PEN

Massima

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L'accertamento giudiziale della sussistenza della circostanza aggravante prevista dall'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, convertito con modificazioni nella l. n. 203 del 1991, comporta l'esclusione dell'applicazione dell'indulto concesso con la legge n. 241 del 2006, a prescindere dal fatto che tale aggravante non abbia prodotto effetti sulla pena in ragione del riconoscimento di una circostanza attenuante prevista dal successivo art. 8 della medesima legge. Ciò in quanto la ratio delle disposizioni ostative contenute nella legge n. 241 del 2006 è dettata dalla considerazione delle connotazioni di particolare e qualificata pericolosità dell'autore del reato espresse dall'aggravante di cui all'art. 7, la quale non può ritenersi automaticamente venuta meno in conseguenza della riconosciuta collaborazione con la giustizia. Il bilanciamento delle circostanze, che opera soltanto sulla misura della pena, e la disciplina relativa all'accesso ai benefici penitenziari, che persegue finalità diverse, non incidono sulla preclusione all'applicazione dell'indulto in presenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della l. n. 203 del 1991.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANIA;

nei confronti di:

1) GI. SE. , N. IL (OMESSO) C/;

avverso l'ordinanza n. 6/2009 CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA, del 17/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che chiedeva l'annullamento dell'ordinanza impugnata.

OSSERVA

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