Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 18054 del 4 agosto 2010

ECLI:IT:CASS:2010:18054CIV

Massima

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Il magistrato deve esercitare le proprie funzioni con correttezza, riserbo ed equilibrio, in qualsiasi momento della sua vita professionale. Pertanto, il comportamento del magistrato che, durante un'udienza, rivolga al giudice espressioni di sfida e lanci un oggetto contro di lui, è da ritenersi disciplinarmente rilevante in quanto idoneo a ledere l'immagine e il prestigio della magistratura, a prescindere dall'esito del procedimento penale eventualmente instaurato per il medesimo fatto. L'elemento soggettivo richiesto per l'integrazione dell'illecito disciplinare è il dolo generico, non essendo necessaria la prova di una specifica intenzione di offendere il magistrato. Inoltre, il contesto complessivo dell'udienza, caratterizzato da intemperanze e mancanza di rispetto, concorre a valutare la gravità della condotta e la sua idoneità a danneggiare l'immagine del magistrato. In tali casi, il giudice disciplinare può irrogare la sanzione dell'ammonimento, tenendo conto delle circostanze attenuanti, come l'assenza del difensore di fiducia dell'incolpato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONI UNITE CIVILI

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAPA Enrico - Primo Presidente f.f.

Dott. PREDEN Roberto - Presidente di sezione

Dott. PROTO Vincenzo - Presidente di sezione

Dott. MERONE Antonio - Consigliere

Dott. SALME' Giuseppe - Consigliere

Dott. PICCIALLI Luigi - Consigliere

Dott. MASSERA Maurizio - Consigliere

Dott. TOFFOLI Saverio - rel. Consigliere

Dott. D'ALESSANDRO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GR. GI. ((OMESSO)), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA EMILIO ALBERTARIO 21, presso lo studio dell'avvocato DAVOLI VINCENZO, che lo rappresenta e difende, per delega a margine del ricorso;

- ricorrente -

contro

PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI CASSAZ…

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