Il funzionario pubblico che attesta falsamente l'esito positivo di un esame teorico per il conseguimento di una patente di guida, senza aver effettivamente verificato la preparazione del candidato, commette il reato di falsità ideologica in atto pubblico. Tale condotta illecita non può essere giustificata dal fatto che il funzionario abbia agito in modo analogo nei confronti di altri candidati, poiché ciò non elide la responsabilità per il reato commesso. La valutazione della preparazione del candidato espressa dal funzionario pubblico abilitato all'esame non può essere messa in discussione sulla base della sola impressione del candidato, considerato "di riconosciuta ignoranza culturale", essendo invece rilevanti le prove concrete del fatto che il funzionario abbia indicato al candidato le risposte esatte da inserire nei quiz, senza effettuare una reale verifica della sua preparazione. La condanna solidale degli imputati al pagamento delle spese processuali trova giustificazione nella disciplina legislativa allora vigente, in presenza del concorso di entrambi nel reato di falsità ideologica.