Il giudice di legittimità, nell'esercizio del proprio sindacato sulla motivazione della sentenza impugnata, non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dal giudice di merito, il quale gode di un ampio potere discrezionale nella valutazione del compendio probatorio, censurabile in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o di manifesta illogicità. Pertanto, le doglianze del ricorrente, volte a una diversa valutazione delle risultanze istruttorie, sono inammissibili, in quanto rientrano nell'esclusiva competenza del giudice di merito, il cui apprezzamento, se correttamente motivato, è incensurabile in sede di legittimità. Inoltre, la decisione del giudice di appello di non procedere alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, ai sensi dell'art. 603 c.p.p., è rimessa alla sua discrezionalità e può essere censurata in sede di legittimità solo in presenza di una motivazione illogica o manifestamente errata, non ravvisabile nel caso di specie, in cui il giudice ha adeguatamente motivato l'inutilità di tale rinnovazione sulla base di una valutazione complessiva degli elementi probatori acquisiti.