Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1443 del 14 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:1443PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel determinare la pena finale per il reato continuato, non è tenuto a fornire una specifica motivazione per ogni singolo aumento di pena, essendo sufficiente indicare le ragioni a sostegno della quantificazione complessiva della pena-base, salvo che per il reato satellite più grave, per il quale l'aumento deve essere adeguatamente giustificato in relazione alla spiccata capacità delinquenziale dell'imputato e alla gravità dei fatti commessi. Inoltre, nell'applicare la continuazione tra reati giudicati con il rito abbreviato, il giudice deve computare la riduzione di un terzo della pena prevista dall'art. 442, comma 2, c.p.p., senza necessità di una specifica motivazione in ordine al quantum della riduzione, essendo questa aritmeticamente predeterminata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenic - rel. Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/10/2019 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere FIORDALISI DOMENICO;
lette/sentite le conclusioni del PG.
Il Procuratore generale, ((omissis)), chiede l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del 24 ottobre 2019 della Corte di appello di Napoli che, quale giudice dell'esecuzione, ha parzialmente accolto…

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