Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1034 del 13 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:1034PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, deve essere attuale e concreto, non potendo essere desunto da condotte remote nel tempo o da altri soggetti, già accertate e superate dagli esiti delle indagini. La cessazione degli incarichi pubblici e privati dell'indagato, unitamente alla disponibilità di un domicilio idoneo agli arresti domiciliari, possono incidere sulla valutazione della necessità di mantenere la custodia cautelare in carcere, imponendo una verifica della proporzionalità della misura rispetto alle esigenze cautelari. La gravità indiziaria, pur rilevante, non è di per sé sufficiente a giustificare il pericolo di reiterazione del reato, dovendo essere valutata anche in relazione alle concrete modalità di commissione del fatto e alla situazione personale e professionale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TRONCI Andrea - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/06/2019 del Tribunale di Taranto;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso per rinuncia.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, il Tribunale di Taranto ha rigettato l'appello propost…

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