Il Comune, prima di rilasciare il titolo edilizio in sanatoria, ha l'onere di verificare la legittimazione del richiedente, accertando che questi sia il proprietario dell'immobile oggetto dell'intervento costruttivo o che comunque ne abbia un titolo di disponibilità sufficiente per eseguire l'attività edificatoria. In caso di contestazione da parte di altri soggetti circa la titolarità dell'area su cui insiste il manufatto abusivo, il Comune è tenuto a dare conto nell'istruttoria e nel provvedimento finale della verifica della legittimazione del soggetto richiedente il condono. Pertanto, il Comune non può rilasciare il titolo edilizio in sanatoria in assenza di prova del possesso o di un titolo idoneo in capo al richiedente, ovvero in assenza del consenso degli altri comproprietari, laddove l'abuso sia stato realizzato su aree in comproprietà. Il decorso del termine biennale di cui all'art. 35, comma 17, della legge n. 47/1985, senza l'adozione di un provvedimento espresso da parte del Comune, non è sufficiente a determinare il silenzio-assenso, qualora non siano stati integrati tutti i presupposti di legge per il rilascio del titolo edilizio in sanatoria, tra cui la dimostrazione della legittimazione del richiedente.