Il fatto di ingiuria, in seguito all'abrogazione dell'art. 594 c.p. ad opera del d.lgs. n. 7/2016, non costituisce più reato, ma illecito civile. Pertanto, la Corte di Cassazione, in conformità all'orientamento espresso dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 39809/2016, annulla senza rinvio la sentenza impugnata, revocando i capi relativi agli interessi civili. Il principio di diritto affermato è che il mutamento del quadro normativo, con la depenalizzazione del fatto di ingiuria, comporta la trasformazione del reato in illecito civile, con conseguente venir meno della competenza penale e la necessità di devolvere la cognizione della controversia all'autorità giudiziaria civile. Ciò in applicazione del principio di legalità, che impone di adeguare il giudizio alle sopravvenute modifiche legislative, anche in corso di giudizio. La massima esprime, in modo chiaro e conciso, il principio di diritto fondamentale secondo cui il fatto di ingiuria, a seguito della depenalizzazione, non integra più reato, ma illecito civile, con conseguente revoca dei capi della sentenza relativi agli interessi civili e devoluzione della cognizione della controversia all'autorità giudiziaria civile.